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Tre sono i tipi di riproduzione : eterosessuale, ermafrodita e partenogenica

 

Nella forma più comune, quella eterosessuale, sono distinti i ruoli di maschio e femmina anche se in alcuni casi si presentano delle varianti. In alcuni pesci vivipari infatti la femmina può trattenere lo sperma dagli 8 ai 10 mesi ed utilizzarlo per poi fertilizzare nuove uova. In altri casi una femmina può prendere sperma da diversi maschi contemporaneamente.

 

Nella riproduzione di tipo ermafrodita, un singolo pesce è entrambe maschio e femmina,  e produce sia uova che sperma (entrambe nello stesso tempo o in differenti momenti),  accoppiandosi con altri pesci ermafroditi. La fecondazione in questi casi avviene esternamente e simultaneamente tra la covata di uova e l'emissione di sperma; in altri casi può essere interna. Alcuni pesci presentano ermafroditismo in un tempo successivo ( casi di determinazione tardiva del sesso), riversando il loro sesso giovanile in età adulta ovvero di sviluppo successivo o stagionale della funzione maschile o di quella femminile.


 

Nella riproduzione di tipo partenogenico, uova non fecondate sviluppano dentro embrioni.

La partenogenesi e' una particolare strategia riproduttiva che presentano molte specie animali e vegetali nelle quali si puo' avere sviluppo di uova non fecondate. Alcuni biologi considerano un tale processo nell'ambito della riproduzione asessuale in quanto non comporta fecondazione altri invece sono concordi nel ritenere la partenogenesi un particolare caso di riproduzione sessuale in quanto quasi sempre essa implica un processo meiotico e conseguente sviluppo di unita' riproduttive aploidi. In particolare si definisce la partenogenesi come "riproduzione unisessuale" in quanto, evidentemente, al processo partecipa un solo sesso, quello femminile.

 

 

Nella maggioranza dei Pesci i sessi sono separati ; le femmine presentano due ovari che maturano uova ricche di sostanze energiche (tuorlo o vitello) per lo sviluppo dell'embrione; i maschi possiedono due testicoli.

La fecondazione delle uova può essere interna o esterna.

Le condizioni termiche svolgono un ruolo molto importante nel processo riproduttivo perché quasi tutte le specie hanno una gamma di temperature favorevoli alla deposizione, alla fecondazione e anche allo sviluppo dell'embrione nell'uovo.

I pesci cartilaginei possono essere ovipari, ovovivipari o vivipari.

In tutti i pesci cartilaginei la fecondazione è interna con un vero e proprio accoppiamento; i maschi possiedono due appendici derivate dalle pinne pelviche vicino all'orificio anale, gli pterigopodi, una delle quali viene introdotta nella cloaca della femmina per permettere il passaggio degli spermatozoi.

I pesci ossei sono quasi tutti ovipari; le femmine depongono grandi quantità di uova nell'acqua che vengono fecondate dallo sperma che il maschio lascia cadere mentre vi passa sopra; l'embrione si nutre con il sacco vitellino che viene gradatamente assorbito fino a completo esaurimento

Per le specie ovipare la fecondazione è quindi prevalentemente esterna ; il piccolo che alla nascita differisce poco dall'adulto e ne assume presto il carattere si dice avannotto; quando invece esso è molto diverso dall'adulto e il raggiungimento della forma definitiva si verifica attraverso metamorfosi il piccolo è detto larva.

Molti pesci offrono esempi di dimorfismo sessuale, questo può essere costante ovvero temporaneo cioè tipico dell'epoca di riproduzione per l'assunzione di livree nuziali particolarmente vistose nel maschio. Questo generalmente si differenzia dalla femmina per le dimensioni, per diversa conformazione delle pinne, per la presenza di escrescenze cutanee e per la colorazione.

 

ovipari

Gli ovipari depongono le uova nell'ambiente; esse sono protette da un guscio provvisto alle estremità di filamenti.

Il sistema più comune, consiste nel diffondere le uova nell'acqua. La femmina matura viene stimolata dal maschio, spesso inseguita e urtata finché non emette le uova; in questo momento il maschio emette lo sperma e nell'acqua le uova vengono fecondate.

La femmina quando depone le uova fa in modo di attaccarle a madrepore, alghe o relitti, in modo che non siano trasportate via dalla corrente; l'embrione si sviluppa prendendo il nutrimento dal sacco del tuorlo o sacco vitellino.

 

I rischi che corrono le uova sono, di venire mangiate da altri pesci, di essere esposte a improvvisi cambiamenti di temperatura, di essere trasportate da correnti etc.   Esempio  significativo è quello della famiglia dei Ciclidi d'acqua dolce,  genitori premurosi che depongono le uova in cavità di rocce o in spazi aperti ma ben vigilati proprio per evitare tali rischi. In alcune specie di Ciclidi africani per maggiore sicurezza, la femmina cova le uova nella propria bocca e vi trattiene ancora gli avannotti dopo la schiusa.

Le cure parentali variano molto dalle specie. Alcuni pesci formano grandi banchi di maschi e femmine e diffondono le loro uova e lo sperma per poi abbandonare le uova fecondate. Altri pesci costruiscono nidi e cure per le uova e i piccoli che nasceranno. Altri hanno evoluto un metodo di trasporto delle uova sempre con loro, normalmente all'interno della loro bocca o in cavità branchiali o speciali opercoli del corpo.

Il pesce neonato è quasi sempre debole e facile preda di altri animali: l'alta mortalità della prole è compensata dal numero di uova deposte e fecondate, spesso disseminate nell'acqua in enormi quantità e abbandonate poi a loro stesse. La femmina del merluzzo, per esempio, depone da 2 milioni e mezzo a 10 milioni di uova che abbandona nella corrente, mentre il pesce persico depone le uova inglobate in nastri gelatinosi che aderisce alle alghe e ai fondali.


I pesci che depongono meno uova, di solito lo fanno in ambienti più riparati e ne curano lo sviluppo almeno fino alla schiusa. Il maschio di una specie di pesce gatto, per esempio, protegge le sue uova covandole all'intero della bocca e non mangia finché queste non si sono dischiuse. Il maschio del cavalluccio marino, invece, è provvisto di un marsupio dove la femmina depone sino a 500 uova.

 

vivipari e ovovivipari

Gli ovovivipari tengono le uova all'interno dell'utero (la parte più caudale degli ovidotti) e partoriscono i piccoli che nel frattempo si sono nutriti col sacco vitellino.
Nei vivipari lo sviluppo avviene nell'utero, ma è la femmina che nutre gli embrioni tramite una sorta di "placenta" che ha origine dal sacco vitellino; a sviluppo completo i piccoli vengono partoriti.

Questi pesci hanno un periodo di gestazione di circa 30 giorni, le uova riparate nel corpo della madre e gli embrioni si sviluppano indipendentemente da questo, traendo alimento solo dalle sostanze dell'uovo.

Alla fine nascono da 10 a 200 avannotti che nuotano subito liberamente. Nella specie in cui la femmina è piccola, nasce un solo avannotto per volta, a distanza di giorni. Infatti certe femmine della famiglia dei Poecilidi possono far nascere figliate senza doversi accoppiare col maschio, perchè in grado di immagazzinare lo sperma entro il corpo.