CHRYSEMYS PICTA

 

Negli Stati Uniti  la specie Chrysemis picta risulta molto più distribuita rispetto l'Europa, con quattro sottospecie. La maggior zona di distribuzione la detiene la C.p.belli , la più frequente in commercio, che vive nelle zone nord degli Stati Uniti e sud del Canada, dalla costa del Pacifico fino ai laghi superiori, così come al largo del Missouri e Mississippi. E la più grande delle quattro specie e si suppone che il  suo carapace possa raggiungere i 30 cm. di lunghezza anche se normalmente le dimensioni oscillano tra i 14 e 18 cm.  Il corpo verde presenta disegni marmorei di color giallo e particolare è il piastrone rosso salmone con originali disegni scuro nel centro.

Altra specie, la C.p.marginata, la cui zona di distribuzione si estende dal sud del Canada ad est dei grandi laghi fino all'interno degli Stati Uniti. Di dimensioni più piccole rispetto alla C.p,belli, anche la colorazione risulta meno brillante ed evidente.

Interessante la forma più orientale, la C.p. picta, originaria della Florida, di dimensioni notevoli (12-18 cm.) presenta una colorazione più uniforme e scura  ma particolare nel carapace.

Facilmente riconoscibile la quarta specie, la C.p.dorsalis per la frangia rossa che la  divide lungo tutto il carapace. Con una dimensione minima di 8-15 cm. è la forma più piccola e forse la più "delicata" da mantenere in quanto predilige temperature più elevate rispetto le altre.

 

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'

TERRARIO

Tutte le specie risultano appropriate ad essere mantenute all'interno in un terrario, in particolar modo la piccola C.p.dorsalis, sia per le dimensioni ridotte sia perchè risulta essere la più sensibile agli sbalzi climatici che in  una soluzione di alloggiamento esterno sicuramente  si verificherebbero.

Le condizioni base per un alloggiamento all'interno, sono ovviamente uno spazio sufficientemente grande e ben riscaldato. Le dimensioni idonee per un terrario  iniziale sono di 150 cm di lunghezza per 70 cm. di profondità, considerando anche un buon livello d'acqua.

Importante sarà suddividere all'interno della vasca una zona di terra, arricchita da piante , sopra la quale collocare una luce riscaldante e dove poter collocare anche gli accessori per mantenere la pulizia e il riscaldamento dell'acqua. Nella zona d'acqua saranno poste radici, legni e sassi per dare la possibilità agli esemplari di sostarci e utilizzarli anche come rifugi. La temperatura dell'acqua dovrà essere sui 22-25°C, quella ambientale leggermente superiore. Per ogni 300-400 litri d'acqua potremo inserire 4-6 tartarughe di piccole-medie dimensioni.

La Chrysemis picta convive bene con altre specie di tartarughe, con le Graptemys, con le Sternotherus e Kinosternon, ponendo attenzione che siano sempre delle medesime dimensioni.

Il temperamento di queste tartarughe è piuttosto vivace, nuotano molto ma amano anche sostare sotto la fonte di calore, formando una "piramide" sovrapponendosi l'una con l'atra, ecco perchè la necessità di creare più zone e soprattutto in una dimensione non ristretta.

Per quanto riguarda l'alimentazione non presentano particolari problemi, carnivore, gradiscono piccoli pezzetti di carne, piccoli pesci, lombrichi, larve e anche cibo in scatola per gatti; importante come sempre, variare ed equilibrare la dieta.

ALL'APERTO..........

Queste tartarughe si possono mantenere bene anche in stagni all'aperto, ovviamente "studiati" in modo appropriato per evitarne fughe e consentire un buon mantenimento. In condizioni particolarmente appropriate queste tartarughe possono anche ibernare in queste installazioni (soprattutto la C.p.belli).

In caso contrario si raccomanda effettuare l'ibernazione a temperature ambiente da interno o in un recipiente o in un luogo isolato non costantemente riscaldato. Il periodo dell'ibernazione inizia verso novembre fino a marzo; l'intensità del riscaldamento deve essere ridotta gradualmente entro la fine di dicembre, in gennaio e febbraio l'acqua dovrà essere sui 12-15°C. Da marzo, tramite un regolatore, la temperatura inizierà ad aumentare fino a raggiungere i 20°C. Da aprile si possono riportare gli animali nello stagno esterno.

RIPRODUZIONE

L'esito della riproduzione dipende in gran misura dall'attività dei maschi che solitamente è più presente in individui che hanno ibernato a temperature basse. Normalmente lo si capisce già verso la fine di gennaio se mostrano un comportamento tipico dell'accoppiamento;

i maschi si possono riconoscere chiaramente per le loro lunghe unghie nelle zampe anteriori, nuotano fino alle femmine accerchiandole davanti tendendo le zampe anteriori  facendole vibrare rapidamente. Dopo averle incitate a rimanere tranquille, le circondano nuotando rapidamente per giungere dietro e realizzare la copula che può durare anche parecchio tempo. A differenza di altre specie di tartarughe, nelle Chrysemys non si verificano accoppiamenti aggressivi.

Da aprile possono iniziare le covate di uova che si protraggono fino la fine di settembre e ogni 6 settimane le femmine più forti possono deporre fino a 6 volte nella medesima stagione. Le dimensioni delle covate variano dalle 4-6 uova della piccola C.p.dorsalis fino alle 10 della C.p.belli. Tutte le uova di Chrysemys non sono ricoperte dal classico guscio duro di calcio, il fondo dell'uovo consiste in una grossa pelle, tipo pergamena, come succede per  molte uova di serpenti. La forma è ovoidale allungata, misurano 3 cm. di lunghezza per un peso tra i 2.5-3.5 gr.

Le covate avvengono in una apposita zona di sabbia precedentemente preparata all'interno della parte terrestre del terrario; le femmine scavano (preferibilmente durate la notte) e nel giro di pochi minuti depositano e interrano le uova.

Le uova richiedono umidità ambientale molto elevata quindi è consigliabile collocarle in un substrato di vermiculite gi predisposto all'interno del terrario. Dopo 65-75 giorni i piccoli romperanno la pelle del guscio con le zampe anteriori e si appresteranno ad uscire entro breve tempo. Nei piccoli di Chrysemys si può notare particolarmente il "dente dell'uovo" chiamato anche diamante.

I piccoli andranno collocati in un terrario simile a quello degli esemplari adulti ma con temperatura maggiore (32°C) per fare in modo che reagiscano subito ed incomincino ad alimentarsi autonomamente tramite piccole larve.