EMYS ORBICULARIS

 

Appartenente alla Famiglia Emididae, genere Emys, conosciuta come "testuggine palustre".

Tartaruga adattata alla vita in tutti i tipi di acqua, con preferenza per la scarsa corrente e abbondante vegetazione.

 

Caratteristiche

Specie di piccole dimensioni, che non supera i 30 cm di lunghezza.

Il carapace è di forma ovale liscio appiattito e risulta particolarmente idrodinamico durante le fughe in acqua e con colorazione mimetica. La permanenza a lungo in acque torbide paludose comporta che si sviluppino alghe verdi filamentose che ne accentuano il mimetismo . La cerniera è poco sviluppata lungo il piastrone tra le pettorali e addominali. Le dita sono ben distinte e munite di unghie lunghe congiunte da una membrana natatoria. Gli esemplari vecchi sono più scuri rispetto ai giovani.

La colorazione del carapace consiste in un fondo nero sopra il quale appaiono disegni radiali di colore giallo.

Il colore della pelle della testa e degli arti è anch'esso variabile dal giallo al verde più o meno scuro, al grigio, anche sulla pelle sono presenti punteggiature gialle.

Il piastrone è giallo sabbia uniforme con scarse venature più scure.

Esistono alcuni esemplari di colorazione più chiara  sul fondo con il predominio di un tono giallognolo o marrone sopra il quale si distaccano disegni più scuri e altri esemplari di transizione che presentano entrambe le forme nei quali i toni scuri e chiari sono ripartiti in ugual proporzione. La colorazione del piastrone varia anch'essa; può essere totalmente chiara, intermedia o maggiormente scura.

 

Distribuzione

La sua distribuzione copre un vastissimo territorio che comprende quasi tutta la geografia europea, dall'estremo est fino al nord Africa, passando per la Germania, Francia, Spagna e Portogallo includendo la conca del Mediterraneo fra cui alcune isole.

In Italia era un tempo molto diffusa lungo tutti i corsi d’acqua, nelle paludi e nei laghi costieri, ma è oggi localizzata in poche zone almeno in parte risparmiate dalle devastanti azioni dell’uomo .
Oggi la Emys Orbicularis è diventata uno dei rettili italiani più in diminuzione e per questo oggetto  di particolari attenzioni e di numerosi studi eco-etologici da parte di naturalisti ed enti protezionistici.
In Italia  vive, sia nelle regioni continentali che in quelle peninsulari, in Sicilia, in Sardegna e nella vicina Isola Maddalena. Nel territorio italiano è senz’altro presente in tutte le Regioni, ma sembra più diffusa in quelle centrali.
 

Habitat e comportamento

Il suo habitat è molto vario, è possibile trovarla nei fontanili, nelle lagune salmastre, in acque stagnanti come in corsi d'acqua a corrente moderata o forte. Frequenta soprattutto località di pianura anche non lontane dal mare, senza spingersi oltre i 500 metri di altitudine anche se in Marocco vi sono esemplari che vivono a 1700 metri sopra il livello del mare.

Specie attiva a cominciare dalla primavera, con un massimo di attività concentrato nei mesi di aprile e maggio. In estate può passare da una fase di estivazione se la temperatura aumenta in eccesso e discendere a livello dell'acqua del suo habitat. In zone mediterranee gli individui di questa specie trascorrono parte del periodo più caldo seminterrati nella vegetazione. Posteriormente tendono ad avere un periodo di alta attività nei mesi di settembre e ottobre fino alla fase di ibernazione.

Attiva fino dalle prime ore del mattino che dedica per crogiolarsi al sole su tronchi, vegetazione e altri materiali fluttuanti vicino la riva;timida, agile e veloce, si tuffa prontamente in acqua al primo segno di pericolo.

La temperatura ottimale è tra i 20-24°C anche se in genere è una specie attiva anche a basse temperature.

 

Alimentazione

Descritta come specie carnivora, recenti studi hanno confermato che consuma anche grandi quantità di vegetali.

La dieta degli adulti è molto varia  e praticamente comprende tutta la fauna acquatica anche se molto poco è ciò che viene catturato direttamente e tanto ciò che viene trovato occasionalmente ) animali caduti in acqua, pesci ammalati, parti vegetali di piante..) contribuendo così all'equilibrio naturale dell'ittiofauna.

In cattività accetta volentieri pesci, carne a pezzetti e lombrichi. L'alimentazione dei piccoli è rappresentata da piccoli pasti molto nutrienti come larve di Chironomus.

 

Riproduzione

Specie dalla crescita lenta che tarda a raggiungere la maturità sessuale. Si crede che i maschi la raggiungano verso i 12-13 anni mentre le femmine più tardi, verso i 18-20 anni.

Esistono alcune caratteristiche generali in base alle quali è possibile distinguere le differenze sessuali:

in generale, nella maggior parte della popolazione studiata, le femmine sono più grandi rispetto ai maschi (e ciò potrebbe esser dovuto proprio al fatto che raggiungono la maturità sessuale più tardi e quindi con una dimensione di crescita maggiore), presentano una coda più corta della metà del carapace e il piastrone piatto.

Il maschio al contrario ha taglia minore, piastrone concavo, coda più lunga della metà del carapace e anche unghie più sviluppate. Nei maschi l'apertura anale è situata più indietro rispetto le femmine.
 

L'accoppiamento avviene da marzo ad ottobre anche se più frequente in aprile-maggio ed avviene esclusivamente in acqua.

Durante il corteggiamento il maschio nuota avanti e indietro di fronte alla femmina, sbarrandole continuamente il passo, con la testa a pochi centimetri di distanza da quella della partner, fermandosi ogni tanto per farle vibrare davanti le unghie degli arti anteriori ed "accarezzarle" il muso, il mento e il collo per "stimolarle" i tubercoli edonici.
Dopo alcune repliche la femmina affonda leggermente e il maschio
le si avventa sopra  afferrandola con le zampe anteriori per il bordo del carapace allo scopo che essa ritragga la testa per facilitare la copula.

Le femmine gravide si riscaldano al sole con maggior frequenza dei compagni e dalla fine di giugno fino a tutto agosto, raggiungono un punto sabbioso coperto da bassa vegetazione lungo le rive, adatto per la deposizione.

 

Uova e piccoli

La femmina depone dalle 3 alle 18 uova a una profondità che varia dai 5 ai 20 cm. e situate a non grande distanza  dal suo ricovero abituale ma spesso troppo lontane dall'acqua (In Italia si sono descritti  spostamenti fino a 600 metri con il conseguente rischio di predazione.)

In Spagna si sono osservate aggregazioni di 32 nidi in 800 metri quadri di spiaggia. Tanto le uova come i piccoli soffrono di altissima predazione: il 96% dei nidi può essere distrutto da grossi animali e i piccoli mangiati da uccelli e pesci.

Se durante l’ovodeposizione il caldo è eccessivo, la femmina tornerà in acqua per riempire di acqua le due sacche lombari che sboccano nella cloaca, che svuoterà poi sul nido per rendere il suolo più morbido ed evitare il disseccamento delle uova. A seconda del clima delle zone abitate si hanno da 1 a 3 ovodeposizioni tra maggio e luglio.

La durata dell’incubazione è strettamente legata all’andamento climatico successivo; con estati nuvolose e piovose le schiuse possono aversi a fine settembre o addirittura protrarsi fino alla primavera seguente. Nella norma la durata è di 2-3 mesi.
Spesso l'efficacia della fecondazione del maschio si prolunga nel tempo di modo che una singola fecondazione può consentire alla femmina di deporre uova vitali anche per due o tre anni di seguito senza bisogno di ulteriori contatti col maschio.

Le uova, in numero di 3 - 16 ( a seconda dell’età e delle dimensioni della femmina), sono allungate-ovoleggianti biancastre, con guscio calcareo rigido, pesano 4-8 grammi e misurano 28-29 x 18-22 mm. .

La nascita dei piccoli e quindi la rottura del guscio dell' uovo avviene grazie all'aiuto di una piccola protuberanza di color bianco, detto "dente dell'uovo" grazie al quale riescono a rompere il doppio strato calcareo dello stesso. Dopo qualche giorno tale piccolo "dente" , ormai diventato inutile, farà la sua definitiva scomparsa.


I piccoli hanno un carapace lungo 22-30 millimetri , una coda molto lunga e il piastrone presenta un bel "disegno" di color verde. Col passare del tempo la coda si accorcerà e il disegno del piastrone scomparirà per lasciare spazio al giallo.

Il colore del carapace delle neonate è dapprima molto scuro  e tende a schiarirsi con il passare dei giorni, ma soltanto dopo alcuni mesi cominciano a comparire i primi puntini gialli, caratteristici della specie.

Si dirigono subito in acqua dove possono ricercare le minuscole prede di cui si nutrono (invertebrati acquatici). Sono infatti già autosufficenti. A 1 anno pesano 5-6 grammi, a 2 anni 13-20 grammi, a 3 anni 22-26 grammi, a 4 anni 30-33 grammi, a 5 anni 40-52 grammi e a 6 anni 60-90 grammi.

 

Differenze tassonomiche

Emys orbicularis hellenica

Sono state descritte varie sottospecie in Europa e in nord Africa, in Spagna sono state descritte tre sottospecie:

la E.o.occidentalis che si estende dal nord Africa fino al sud della Spagna e si caratterizza per un aspetto generale massiccio con dimensioni medie, testa e carapace stretti. Lo scudo è scuro con disegni radiali gialli e il petto chiaro.

 

Linea

Gruppo

Sottospecie

Distribuzione

       

Occidentale

occidentalis

E.o.occidentalis

Nord Africa

 

 

E.o.fritzjuergenobsti

Spagna orientale

 

 

E.o.hispanica

Donana (Spagna)

 

galloitalica

E.o.capolongoi

Sardegna

 

 

E.o.lanzai

Corsica

 

 

E.o.galloitalica

Francia e Sud Italia

Orientale

hellenica

E.o.hellenica

Grecia

 

 

E.o.orientalis

Iran

 

 

E.o.kurae

Caucaso

 

orbicularis

E.o.orbicularis

Est Francia,Germania, Russia

 

 

E.o.colchica

Turchia

 

luteofusca

E.o.luteofusca

Anatolia

 

L' E.o.fritzjuergenobsti  occupa la zona orientale e si caratterizza per le sue dimensioni medie, testa ampia e carapace allungato e stretto. Lo scudo è di colore marrone con disegni neri e il petto scuro. Terza specie quella del Parco Nazionale di Donana, l'E.o.hispanica, di taglia media, carapace ampio e di colore scuro.

 

Futuro e leggi

L'Emys orbicularis come altre specie legate all'ambiente acquatico, presenta il fondamentale problema della riduzione del suo potenziale habitat, restringendo la sua area di distribuzione.

Attualmente potremmo parlare di una inesattezza relativa alla mappa di distribuzione in quanto anche se apparentemente possiede una distribuzione molto ampia, in realtà la specie si sta sempre più restringendo in zone circoscritte. In questo momento la sua sopravvivenza è minacciata da varie cause:

distruzione dell'habitat per fattori naturali

costruzione di infrastrutture che frammentano il suo habitat

introduzione di specie esotiche che competono con essa per l'habitat.

Come dato positivo si stanno sviluppando progetti di conservazioni di questa specie in varie parti d'Europa che mirano ad una protezione totale ed effettiva del suo habitat e della sua popolazione.

La testuggine palustre è formalmente protetta dalla Convenzione di Berna per la conservazione della vita selvatica, del 1979, legge 503/81, che ne vieta la detenzione e la vendita.