B A S I L I S C U S
Il Basilisco è una lucertola appartenente alla famiglia delle
Iguanidi ed assegnato alla sottofamiglia Corytophaninae.
Esistono quattro specie di basilischi, entrambi riconosciuti come
abili nuotatori e corridori.
I più conosciuti a
livello di allevamento sono il B.vittatus
( noto come Basilsco marrone del Nord) e il B.
plumifrons ( la specie più verde); il
B.basiliscus ( specie marrone del Sud
) e soprattutto il B.galeritus
(originario dell’Ecuador, con colorazione molto particolare) sono una vera
rarità.
Entrambe le specie presentano alcune caratteristiche pressoché
simili, una sviluppata cresta craniale ed una evidente giogaia; i maschi adulti
presentano anche creste vertebrali e caudali ben sviluppate .
I Basilischi sono
animali molto veloci, eccellenti nuotatori e corridori, quando si muovono
rapidamente utilizzano esclusivamente gli arti posteriori assumendo una
posizione quasi eretta.
Le dita delle zampe
posteriori sono provviste di una particolare “intersezione” di squame che
permettono di “espandersi” in modo tale da occupare una superficie d’area
maggiore di quanto lo permetterebbero le reali dimensioni. Proprio grazie a
questa particolare “modifica” dello sviluppo delle dita, i Basilischi sono
capaci di correre attraverso la superficie dell’acqua anche se, ovviamente,
quando si fermano o rallentano, affondano immediatamente.
Nel loro ambiente naturale, in America Latina, questa particolare
abilità a “cavalcare” le acque ha procurato loro il soprannome di “Jesus
Christ lizard”.
Delle quattro specie è sicuramente la favorita dai collezionisti
non solo per il fatto di essere la più brillante cromaticamente ma anche perché
i maschi sono i più adorni come prominenze di creste rispetto alle altre.
Le creste, molto sviluppate sono presenti su tutto il corpo; dalla
coda alla schiena per terminare con una doppia cresta sulla testa. Proprio dalla
cresta craniale anteriore, per il fatto di ricordare una stretta piuma, deriva
il nome plumifrons.
La colorazione di base è verde (che può variare dal chiaro allo
scuro) con la presenza di macchie laterali blu e alcune linee verticali nere
nella cresta vertebrale.
Il maschio adulto raggiunge una lunghezza di circa 70 cm. mentre la
femmina rimane leggermente più piccola.
Originario del Guatemala e costa Rica, vive in zone umide paludose
della foresta.
Originario del Costa Rica e Messico centrale.
Presenta una colorazione di base marrone con larghe strisce
dorso-laterali giallo-bianche e
bande scure dorsali ben evidenziate.
La particolare cresta triangolare della testa è ben sviluppata
mentre la vertebrale e la caudale sono piuttosto basse.
Il maschio adulto raggiunge i 60-65 cm. di lunghezza.
Originario della zona sud del Costa Rica , Colombia e Venezuela.
Di colorazione marrone, presenta caratteristiche cromatiche
piuttosto simili al B.vittatus , ma vi
differisce per lo sviluppo ben accentuato in altezza della cresta craniale,
vertebrale e caudale.
Originario dell’Ecuador, presenta una particolare colorazione
ruggine punteggiata da macchie di colore verde oliva sulla testa e sul tronco.La cresta
craniale è ben sviluppata mentre la ventrale e la caudale sono rappresentate da
una serie di larghe squame piatte, ciascuna separata dall’altra da altrettante
piccole squame.
Il maschio adulto raggiunge le dimensioni di circa 60 cm.
Dal momento che i
basilischi sono animali molto veloci e attivi, richiedono un a sistemazione
molto più grande rispetto a quella di altre specie di simili dimensioni. Il
terrario quindi non dovrebbe essere pensato tanto in relazione alle reali
dimensioni dell’animale, ma allo spazio necessario che l’esemplare richiede
per condurre un’esistenza adeguata
( ragionando quindi rispetto ad un esemplare adulto, le dimensioni minime di un
terrario non dovrebbero essere inferiori ai 150 cm. di lunghezza).
Specialmente gli esemplari di cattura sono difficili da abituare ad
una vita in terrario; un animale spaventato
istintivamente correrà ripetutamente per il terrario, ferendosi contro
le pareti nel tentativo di scappare.
Può essere necessario coprire la maggior parte del terrario con
carta opaca anche per evitare che l’animale si possa spaventare al nostro
passaggio e quindi reagire tentando l’impossibile fuga. Oltre a causare un
eccessivo grado di stress, questi comportamenti possono provocare serie ferite a
carico dal muso che possono addirittura sfociare in forme di cancro rostrale.Un
buon consiglio per chi volesse a tutti i costi mantenere questi animali in
cattività, è quello di considerare la possibilità di collocarli in una
miniserra; soluzione un po’ più ricercata che permetterebbe però di superare
molti problemi oggettivamente seri riguardo ad una sistemazione più casalinga.Oltre ad una
attenzione particolare per le dimensioni, necessitano molti altri accorgimenti
per garantire una buona permanenza dell’animale in cattività: un buon grado
di umidità, un giusto apporto di temperatura e illuminazione
e un adeguata ricostruzione dell’ambiente.
L’umidità deve essere alta ma non satura e può essere mantenuta
a un buon livello utilizzando un largo recipiente dove collocare l’acqua o,
meglio ancora, progettando una zona apposita per l’acqua unendo la richiesta
di umidità con la necessità dell’animale di poterci entrare comodamente e
nuotare.
Visto che la maggior parte degli animali defeca in acqua, la zona
dovrà essere anche predisposta di una pompa e di un filtro per assicurare la
presenza di acqua sempre pulita e riciclata.
Il resto del terrario potrà essere nebulizzato quotidianamente per
aiutare l’animale ad assumere
l’acqua che deve bere direttamente dalle pareti o dalle foglie delle piante
presenti.
La temperatura diurna all’interno del terrario dovrebbe variare
tra i 28°C ai 30°C e raggiungere i 35°C nella zona più calda, adibita
all’assunzione del calore ( la cosiddetta “basking area”); durante la
notte sarà utile creare un minimo
abbassamento che potrà raggiungere i 25°C.
Per quanto riguarda l’illuminazione intesa come fonte di luce, si
inseriranno tubi fluorescenti o particolari spot nella quantità sufficiente
rispetto alle dimensioni del terrario, importante invece specificare la necessità
di inserire fonti di illuminazione che aiutino a stimolare naturali funzioni
dell’animale emettendo radiazioni abbastanza vicine a quelle solari.
I raggi UV-A e gli UV-B devono essere quindi presenti per garantire
all’esemplare dei comportamenti il più possibili naturali; lucertole a
sangue freddo sono abituate a scaldarsi al sole ed a utilizzare i diversi raggi
della naturale emissione solare per svolgere le più normali funzioni
fisiologiche e comportamentali.
Oltretutto la produzione e il metabolismo del calcio risultano
compromessi se vengono a mancare queste condizioni, quindi si consiglia di
collocare apposite lampade (facilmente presenti sul mercato) che garantiscano la
maggior emissione possibile.
Il Basilisco
richiede la presenza di vegetazione, piante vive, muschio, felci e una
ambientazione di rocce e tronchi sui quali potersi disporre e anche di molto
spazio dove potersi muovere.
Il Basilisco è un animale insettivoro che in natura ,
occasionalmente, può mangiare anche piccoli roditori.
In cattività si nutre prevalentemente di grilli, camole del miele e
della farina, caimani, locuste e piccoli topi rosa.
Occasionalmente è possibile offrirgli frutta ed in prevalenza:
banane, albicocche, pesche e papaia.
Per evitare qualsiasi problema legato al metabolismo e quindi alla
mancanza di calcio, è sempre necessario integrare la dieta con appositi
composti vitaminici che andranno regolarmente somministrati con il normale cibo
e che andranno a completare le funzioni delle lampade apposite.
Il Basilisco è un animale oviparo, depone da 5 a 25 uova in
un’unica covata e in ogni stagione possono essere deposte un massimo di 4
covate.
I “nidi” vengono posti in strati di terriccio relativamente
profondo e la schiusa avviene dopo 60-65 giorni.
I piccoli misurano dai 15 ai 20 cm. di lunghezza e, per i primi mesi
dello sviluppo, non presentano le caratteristiche creste.
Nel caso si volesse tentare la riproduzione in cattività, bisognerà
procedere, come per la maggior parte dei rettili già trattati, sottoponendo gli
esemplari adulti prescelti come coppia, ad un periodo di preparazione.
Tale periodo, che si può descrivere come un letargo indotto, ha lo
scopo di preparare al meglio gli
animali nell’affrontare il periodo riproduttivo.
Il letargo richiede la diminuzione della temperatura e
dell’apporto alimentare, bloccando la maggior parte delle funzioni
degli animali per un paio di mesi prima dell’accoppiamento.
Trascorso il letargo, si devono ristabilire tutte le condizioni
favorevoli al mantenimento degli animali e osservare maggiore attenzione
all’alimentazione della femmina che deve essere pronta al meglio per
affrontare la riproduzione.
Dopo l’accoppiamento la femmina andrà isolata per permetterle una
tranquilla deposizione e nel suo terrario dovrà avere a disposizione una zona
adeguata per depositare.
Una volta deposte, le uova andranno sistemate in un’incubatrice ad
una temperatura di circa 30°C per un periodo di circa 2 mesi.
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