Fra le lucertole di grandi dimensioni, il Physignathus si schiera
tra i più apprezzati tra gli appassionati
e ciò è da attribuire al
suo aspetto particolarmente elegante, alla sua maneggiabilità, al suo docile
carattere, al suo adattarsi bene in cattività e al fatto
che non raggiunge comunque le dimensioni considerate talvolta
“esagerate” dell’iguana.
Informazioni Generali
Il “Verde drago d’acqua”,così comunemente soprannominato, è
stato descritto per la prima volta come Physignathus
cocincinus nel 1829 da G.Cuvier e
il nome pare essere legato alla regione cinese dal quale proviene.
Il genere Physignathus comprende anche il P.lesueurii originario
dell’Australia e il P.temporalis
originario dell’Asia.
Lucertola semi-arboricola, appartiene alla famiglia delle Agamidae
che include altri sauri molto noti (Pogona sp., Uromasttyx sp.,Hydrosaurus sp.)
Sud-est della Cina e
Indo-Cina. In particolare nelle regioni dello Yunnan,Guangdong,Vietnam,Laos e
Cambogia. Vive nelle zone delle
foreste umide tropicali in prossimità di corsi d’acqua.
La superficie dorsale del corpo e della coda
è ricoperta da piccole scaglie e partendo da sopra la nuca, si sviluppa
una cresta che attraversa il corpo in tutta la sua lunghezza. La colorazione
dorsale negli adulti varia dal verde intenso al verde-oliva con parecchie bande
marrone scuro sulla coda. Sul corpo è possibile distinguere delle strisce
oblique color verde chiaro o verde azzurro.
Nella zona del ventre il colore è più pallido mentre la zona della
gola può variare dal giallo chiaro all’arancione scuro.
I giovani presentano una colorazione più brillante degli adulti,
dal verde smeraldo al turchese.
Come molte altre specie, possiedono una sorta di terzo occhio posto
sopra la testa chiamato occhio parietale che permette di percepire la luce e la
temperatura e quindi funzionare come termoregolatore.
Il maschio può
raggiungere una lunghezza totale di circa 90-120 cm; mentre la femmina rimane
leggermente più piccola.
Sesso
Raggiunta
la maturazione sessuale, il maschio sviluppa determinate caratteristiche che lo
contraddistinguono dalla femmina: la testa più grande, una giogaia
particolarmente sviluppata, una grande cresta dietro il collo e visibili pori
femorali.
Come
selezionare un esemplare sano
·
Evitare esemplari
adulti soprattutto se importati, possono facilmente presentare cattive
condizioni di salute e non riuscire ad adattarsi a vivere in cattività.
Ultimamente le importazioni sono molto scoraggiate, si tende a mantenere gli animali nel
loro habitat cercando di seguire una riproduzione naturale e puntare sugli
allevamenti in cattività, che fortunatamente stanno sempre più aumentando,
come alternativa di mercato .
·
Prima di prendere
l’animale, controllare sempre che abbia uno sguardo e un temperamento vivace e
che presenti buone condizioni generali di salute.
·
Esaminare
interamente il corpo e la coda per verificare che non siano presenti gonfiori o
lesioni sulla pelle; controllare le zampe e le dita. Guardare attentamente la
testa e il muso, escludendo la presenza di ferite ed esaminare l’interno della
bocca per verificare l’assenza di muco.
Numero
di animali per terrario
Tutte
le specie di Physignathus, possono convivere tranquillamente nello stesso
terrario ed essere tenute in gruppi di più esemplari con la sola accortezza di
tenere un numero di maschi decisamente inferiore rispetto a quello delle
femmine(1 maschio per 4 femmine). Normalmente i maschi non sono particolarmente
aggressivi fra di loro ma durante il periodo riproduttivo
è facile che “emergano” dal gruppo esemplari più dominanti che
andranno a sottomettere gli altri. Un animale sottomesso tende a isolarsi, non
cibarsi e quindi può anche essere in pericolo di vita.
Sistemazione
e mantenimento
Terrario
E’
consigliata una struttura in vetro coperta, di dimensioni medio-grandi
pari almeno al doppio della lunghezza dell’esemplare e con una adeguata
profondità e altezza per poter allestire e ricreare l’habitat necessario(150
x 80 x 150).
L’apertura
sarà frontale tramite vetri scorrevoli, lateralmente saranno disposti i fori
per l’areazione e il coperchio attrezzato per l’impianto di illuminazione.
Il
Physignathus è una specie tropicale arboricola che necessita quindi di una
vasta zona d’acqua , di tronchi sviluppati in altezza, di fondo umido,
adeguata illuminazione e fonti di calore.
Fondo
e Arredamento
Il
fondo può essere costituito da scaglie di corteccia di pino o di orchidea o da
uno strato di torba unita a muschio e sabbia.
E’
necessario inserire almeno un paio di tronchi
o cortecce di sughero sviluppati in altezza sui quali l’animale
possa arrampicarsi e sostare.
E’
consigliata anche la presenza di piante vere; molte specie facilmente reperibili
( Dracena, Filodendro, ecc. ) possono essere sistemate in modo da ricreare un
ambiente adatto all’animale.
Riscaldamento
Il
Physignathus può essere mantenuto ad una temperatura fra i 29°-32°C durante
il giorno e sui 25°-27°C durante la notte. I metodi solitamente utilizzati per
riscaldare il terrario comprendono: le piastre riscaldanti , i cavetti e le
lampade incandescenti. Per un esatto controllo della temperatura si consiglia di
inserire un termometro ed un eventuale termostato che la regoli automaticamente.
Nel
caso dell’utilizzo di lampade riscaldanti, assicurarsi che la temperatura
immediatamente sottostante la lampada non raggiunga più di 35°C e comunque
disporre la lampada in una posizione nella quale l’animale non possa entrare
in diretto contatto.
Lampade
con emissioni a spettro totale non sono espressamente richieste da questa specie
di animale, ma se ci si orienta verso questa scelta, è bene sapere di
sottoporre l’esemplare solo ad una breve esposizione di raggi UV-B.
Acqua
L’acqua
deve essere sempre presente e disponibile nel terrario. Il recipiente
dell’acqua dovrà essere sufficientemente grande da poter ospitare l’animale
che vi si immergerà quasi completamente. Il recipiente dovrà essere collocato
in una posizione comoda per l'animale e facilmente raggiungibile per noi,
dovendolo pulire più volte al giorno. L’acqua deve infatti essere sempre pulita e, dato che l’animale
abitualmente defeca nell’acqua, dovrà essere cambiata anche più di
una volta in una giornata.
Mantenimento
Il
normale mantenimento di un Physignathus include: un controllo giornaliero sullo
stato generale di salute dell’animale, un regolare cambio dell’acqua
presente nel terrario, un’alimentazione regolare e un controllo generale sulle
condizioni del terrario.
Alimentazione
In
cattività, il Physignathus è principalmente carnivoro, ma
è possibile inserire nella sua dieta una certa quantità di vegetali;
vediamo in che percentuali.
Piccoli
I
piccoli si cibano maggiormente di grilli , camole della farina e camole del
miele ma è possibile offrire loro anche della frutta e della verdura
tagliuzzate finemente o grattugiate. E’ preferibile alimentare i piccoli
esemplari tutti i giorni per più volte al giorno , somministrandogli piccole
porzioni . Gli insetti andranno alimentati con cibo ricco di vitamine e proteine
e, almeno tre volte alla settimana, tutto il cibo offerto, dovrà essere
integrato con una aggiunta di vitamine e calcio in polvere.
Adulti
Gli
adulti possono mangiare grilli e camole di grandi dimensioni, piccoli topi e
diversi tipi di vegetali (banane, fragole, meloni, verdure, ecc.) ogni 3-4
giorni. Una volta alla settimana tutto il cibo andrà integrato con calcio e
vitamine in polvere.
Riproduzione
Il
Physignathus non riscontra particolari problemi nel riprodursi in cattività
quando viene mantenuto in buone condizioni e quando si considerano determinate
procedure.
· Gli esemplari
selezionati per la riproduzione devono essere sessualmente
e fisicamente maturi e ciò avviene non prima dei due anni di età.
·
Gli esemplari
devono godere di ottima salute e presentare un buon peso corporeo.
·
Per due mesi,
durante il periodo autunnale o invernale, il periodo di luce dovrà essere
ridotto a 10 ore di luce e 14 ore
di buio e la temperatura ridotta a 25°-28°C di giorno e a 18°-22°C di notte.
Gli
animali in questo periodo andranno alimentati solo una volta alla settimana e
preferibilmente nella tarda mattinata o nel primo pomeriggio.
· Trascorso il
periodo invernale, gli esemplari riprenderanno il normale programma di
temperatura, luce e alimentazione. Il comportamento riproduttivo del maschio
potrà essere osservato entro poche settimane
e avrà inizio con un particolare interesse per la femmina e simulazioni
di accoppiamento. L’accoppiamento
avviene quando il maschio, afferrata la femmina per la cresta , rotea il corpo
in modo tale da riuscire a inserire l’emipene
nella femmina.
· Al termine
dell’accoppiamento la femmina andrà separata e dopo due mesi può avvenire la
deposizione delle uova.
Deposizione
e incubazione
All’interno
del terrario si dovrà allestire una zona nella quale la femmina possa andare a
deporre; lo strato di terra dovrà essere sufficientemente profondo e l’area
confortevole e isolata per facilitare la deposizione.
Una
volta deposte (normalmente la quantità è di 8-12 uova), le uova possono essere
subito trasferite in un’incubatrice .
Se
non si possiede un’incubatrice professionale, è possibile ricrearne una
“casalinga” seguendo determinate accortezze.
Porre
le uova in un contenitore all’interno del quale sarà stato disposto uno
strato di vermiculite profondo e sufficientemente inumidito; le uova devono
essere inserite nello strato di vermiculite almeno per 2/3; la parte posta al di
fuori verrà “marcata” con un segno per evitare di capovolgerle nel caso
dovessero essere spostate.
Il
contenitore sarà posto all’interno di un recipiente più grande che verrà
riempito per 1/3 di acqua. Il contenitore con le uova verrà appoggiato sopra ad
una base per evitare il contatto
diretto con l’acqua; nell’acqua sarà sistemato un riscaldatore con potenza
sufficiente per mantenere la temperatura dell’acqua ai livelli richiesti.
Le
uova devono essere mantenute ad una temperatura di 30°C ed è molto importante
effettuare un costante controllo verificando che all’interno dei contenitori
non si verifichi un aumento eccessivo di calore.
Dopo
circa 65 giorni di incubazione, può
avvenire la schiusa. I piccoli si presenteranno molto delicati e andranno
sistemati in piccoli gruppi per poterli controllare maggiormente nei primi
momenti di crescita.
Disturbi
e Malattie
Mantenuti
in buone situazioni ambientali, con buona temperatura e ben alimentati, questi
animali difficilmente presentano gravi problemi di salute; tuttavia è bene
saper riconoscere velocemente i sintomi di alcuni disturbi ai quali potrebbero
essere soggetti per intervenire prontamente e adeguatamente.
Parassiti
interni
Facilmente
presenti in esemplari di importazione, si manifestano con caratteristici
sintomi. I più evidenti sono:
l’animale che pur
cibandosi regolarmente,
non aumenta di peso e addirittura diminuisce e l’emissione di feci chiare e/o
molli.
In
questi casi è necessario interpellare un veterinario per un esame delle feci
che potrà determinare i parassiti presenti e di conseguenza il trattamento più
idoneo.
Disturbi
metabolici o insufficienza di calcio
Disturbo
facilmente riscontrabile anche in esemplari nati in cattività.
Negli
esemplari giovani che presentano questo disturbo, si riscontra una generale
debolezza dell’ossatura che li porta ad avere anche problemi nell’aprire la
bocca e cibarsi. In animali adulti si presentano già disturbi osteodistrofici
che interessano gli arti e per i quali si può giungere all’immobilità.
La
causa di questi problemi è la mancanza della loro fisiologica disponibilità di
calcio e ciò può dipendere da una inadeguata somministrazione di calcio e
vitamina D3 nella loro dieta, o da un mancato assorbimento da parte
dell’animale.
Per
quanto riguarda la dieta, bisogna effettuare un regolare programma alimentare
come già accennato; se il problema è legato al singolo individuo, bisognerà
sottoporlo ad una cura intensiva di somministrazione di calcio che verrà
segnalata dal veterinario.
Ferite
al muso
Un
problema che si presenta spesso con questi animali mantenuti in terrari, è la
possibilità che si procurino delle ferite sul muso nel tentativo di saltare da
una parte all’altra del terrario e “scontrandosi” con il vetro. Il
suggerimento più ovvio è quello di sistemarli in terrari molto ampi con un
adeguato arredamento e la presenza di molta vegetazione
per ricreare al meglio una piccola zona naturale dove l’animale possa
muoversi con tranquillità.
Stomatite
o infezione della bocca
Disturbo
che può essere facile conseguenza di una ferita sul muso, si presenta con la
presenza di materiale biancastro sulla zona infetta. Il trattamento consiste nel
rimuovere la materia infetta pulendo e disinfettando la zona con del Betadine
pomata o applicando un antibiotico prescritto dal veterinario. Il trattamento
dovrà essere ripetuto ogni giorno fino a quando l’infezione non è del tutto
guarita.
Gonfiore
e infezione degli arti
Nel
corso della loro attività, questi animali sono soggetti a procurarsi ferite
agli arti e alle dita; è facile che perdano le unghie arrampicandosi sui
tronchi e quindi la punta delle dita può facilmente
ferirsi e infettarsi. Alcune volte l’infezione si protrae per l’intera zampa
o piede.
Se
la ferita è circoscritta ad una zona limitata, possiamo intervenire
pulendo e disinfettando con Betadine pomata; qualora l’infezione avesse
già intaccato gli arti, dovrà intervenire il veterinario per praticare
un’incisione e somministrare degli antibiotici.
Disturbi
delle articolazioni
Alcune
volte possono verificarsi dei gonfiori alle “giunture” delle dita che
tendono ad estendersi anche all’intero arto. I sintomi sono uguali a quelli
della gotta o pseudogotta ed entrambe gli arti possono essere coinvolti.
Purtroppo
non esiste un effettivo trattamento anche perché non è ben chiara la causa
principale di tale disturbo, sicuramente una varia e sana alimentazione è una
buona prevenzione.
Infezioni
respiratorie
Purtroppo,
come molti altri animali, anche i rettili spesso non dimostrano sintomi di
particolare malessere anche quando è in corso un disturbo già in fase avanzata
e, nel caso delle infezioni respiratorie, risulta molto difficile riuscire a
diagnosticarle velocemente.
I
sintomi più immediati riguardano uno stato generale di spossatezza, inappetenza
e stanchezza; solo a malattia già progredita, un sintomo chiaro è il mantenere
per lungo tempo la bocca aperta e respirare a fatica.
L’intervento
immediato consiste nell’aumentare la temperatura nel terrario e sottoporre
l’animale ad una visita veterinaria per la somministrazione di antibiotici.
Gastroenterite
I
tipici sintomi della gastroenterite sono il calo di peso, la stanchezza,
l’inappetenza e la diarrea. Solo un esame delle feci può individuarne la
causa (parassiti o batteri) e solo un tempestivo trattamento, può evitare il
decesso dell’animale.
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